Le sindromi parainfluenzali sono affezioni di vario tipo che possono essere causate da circa 250 virus differenti. Nella maggior parte dei casi, gli agenti patogeni responsabili sono paramyxovirus, ma possono intervenire anche adenovirus o enterovirus.
I virus parainfluenzali possono provocare manifestazioni di diversa gravità; le sindromi più comuni sono respiratorie (dal comune raffreddore fino a malattie simil-influenzali e polmoniti) e gastro-intestinali.
Le sindromi parainfluenzali causano generalmente epidemie autunnali (da fine ottobre a dicembre) e primaverili (da marzo ad aprile), quindi al di fuori del periodo di massima incidenza dell’influenza.
Il contagio si verifica prevalentemente per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, in maniera diretta (con tosse e starnuti) o indiretta (tramite la contaminazione di oggetti e superfici). Alcuni virus parainfluenzali, come gli enterovirus, possono essere trasmessi per via oro-fecale.
Le sindromi parainfluenzali più frequenti colpiscono l’apparato respiratorio e quello gastrointestinale.
Nel primo caso, si verifica una malattia a carico delle vie aeree superiori, simile ad un forte raffreddore associato a senso di stanchezza, mal di gola, tosse e qualche linea di febbre.
A differenza dell’influenza, i cui sintomi persistono anche per una settimana, le sindromi parainfluenzali, sebbene frequenti, sono solitamente lievi, autolimitate e di breve durata (solitamente, si risolvono a distanza di tre-quattro giorni dall’esordio).
Nel caso delle sindromi parainfluenzali, non è necessaria una diagnosi virologica e non esistono cure specifiche. Pertanto, la terapia è sintomatica e può prevedere riposo in un ambiente confortevole e integratori che stimolino il sistema immunitario.